L'inizio di Settembre porta con sé nuovi ritmi, nuovi piaceri, nuovi modi di vivere la giornata. Ma spesso si accompagna anche ad un inquieto senso di fastidio, la sensazione che le “responsabilità”, rimaste congelate per tutto l'Agosto, siano tornate prepotentemente a farsi sentire.
Per gli studenti di tutte le età, queste responsabilità prendono la forma di lezioni da seguire, libri da studiare, ultimi esami della sessione estiva o prime verifiche da affrontare. L'ansia torna così dalle sue ferie d'Agosto, riportando con lei tutti i bagagli di preoccupazioni di cui ogni studente farebbe volentieri a meno.
Vista così, sembrerebbe non esserci nulla di peggio dell'ansia.
Ma ha davvero solo aspetti negativi, o in quei bagagli sono presenti anche strumenti e risorse di cui nessuno può fare a meno?
Il più grande pregio dell'ansia, per quanto possa sembrare strano, è la sua capacità di creare tensione. Lo stato di tensione che viene a formarsi quando si è “in ansia” ci sveglia, ci attiva, ci rende più acuti e attenti agli stimoli, ci spinge ad agire, a darci da fare, in altre parole, a vivere.
Senza ansia si vivrebbe in uno stato di piattezza, non si avrebbe alcuna spia pronta a segnalarci pericoli o possibilità. Si perderebbe, insomma, un' alleata fondamentale.
Fondamentale, sì: ma anche scomoda
L'ansia diventa scomoda quando va oltre il suo ruolo e abbraccia momenti dello studio (o della vita) che invece di beneficiare del suo apporto possono venirne ostacolati. O ancora, quando diventa così intensa da non essere più gestibile, finendo così a sovrastare chi la prova.
Imparare a distinguere tra i propri normali (auspicabili!) livelli d'ansia e quest'ansia dannosa è molto importante. Così come è importante agire nel momento in cui ci si rende conto che l'ansia è diventata un ostacolo che non ci permette più di studiare (e vivere) serenamente.
Proprio nell'ambito dello studio, i sintomi di un'ansia eccessiva possono essere diversi. Provate ad esempio a domandarvi se:
Mentre studiate siete tormentati da nervosismo e agitazione?
A volte vi sentite come “stretti da una morsa” di paura?
Siete spesso colti da palpitazioni o difficoltà di respiro?
Vi sentite in uno stato di preoccupazione per gran parte della giornata?
Avete difficoltà a dormire?
Durante una prova (verifica, esame, interrogazione) venite bloccati dall'ansia?
Se avete risposto sì a gran parte di queste domande, è probabile che stiate avendo problemi a gestire efficacemente l'ansia. Ciò potrebbe compromettere lo studio; d'altronde, quanto è avvilente andare male ad un'interrogazione per cui si era studiato molto, solo perché si è stati sopraffatti dall'agitazione?
Cosa si può fare?
Se l'ansia diventa ingestibile, il primo consiglio non può che essere quello di rivolgersi ad un professionista che possa aiutarvi a capirne le cause, sostenervi e darvi gli strumenti per affrontare al meglio la situazione.
Far luce sulle cause dell'ansia eccessiva è un passo fondamentale non solo per imparare a gestirla, ma anche per conoscere meglio noi stessi e i nostri funzionamenti. Per capire se alcuni tratti ansiosi sono insiti nel nostro carattere, se vi sono comportamenti che mettiamo in atto che si rivelano dannosi, associazioni mentali e pensieri che ci imprigionano in un circolo vizioso, o anche se vi sono “fonti d'ansia” nei nostri contesti quotidiani (in famiglia, a scuola, ecc.).
Ovviamente non esistono formule magiche per far scomparire l'ansia, né ciò che è utile per una persona è necessariamente utile per un'altra (ed è anche per questo che è così utile rivolgersi ad un professionista che ci aiuti a capire la “nostra” ansia), ma vi sono 4 buone pratiche che, se fatte proprie, possono fornire un utile aiuto. Vediamole insieme:
1) Sviluppare buone abitudini di studio
Pianificare al meglio il proprio studio è sicuramente il primo consiglio che si può dare non solo a chi soffre d'ansia eccessiva, ma a tutti gli studenti. Per i primi, però, si rivela particolarmente utile perché permette di ridurre quell'insicurezza che spesso accompagna le preoccupazioni.
Formulare un piano di studio, in cui è ben indicato quante e quali ore voglio dedicare allo studio durante la giornata e la settimana, ma anche quanti e quali ore voglio dedicare al mio totale relax, (che non deve quindi esser macchiato da preoccupazioni o sensi di colpa), e rispettarlo sono i primi passi per sviluppare buone abitudini di studio e arrivare alla prova con più consapevolezza di quanto è stato fatto. Consente inoltre di distinguere meglio tra quei momenti della giornata che devono essere dedicati allo studio (dove quindi, in un certo senso, è normale “preoccuparsi” di ciò che si deve fare), e quei momenti che invece possono essere dedicati ad altro.
Decidere quanto si può considerare “abbastanza” e saper di aver fatto questo abbastanza è spesso già utile a ridurre l'ansia ed arrivare all'esame/verifica con più sicurezza di sé.
2) Sviluppare buone abitudini di vita
Una vita troppo “sregolata”, durante i periodi di studio, non è mai consigliabile. E' preferibile invece abituarsi a quelle routine che ci sembrano più adatte a noi stessi e che ci permettono di studiare o arrivare alle prove con minor stanchezza. Insomma, “mangiare bene e dormire meglio” è un buono slogan da tenere a mente.
3) Imparare a rilassarsi
Quando l'ansia, la paura o le preoccupazioni prendono il sopravvento, è scontato come essere in grado di rilassarsi aiuti a tenerle a bada. Le tecniche di rilassamento sono tantissime, e ognuno può trovare quella che più gli si adatta. Tra queste, meritano una menzione particolare le tecniche ispirate alla mindfulness, che prevedono esercizi di respirazione che si ispirano a loro volta alla meditazione buddhista.
Negli ultimi 10 anni, il numero di ricerche scientifiche che evidenziano i benefici della mindfulness per diversi aspetti della salute è incrementato vertiginosamente (si veda ad esempio https://goamra.org/resources/). Queste tecniche, spesso facili da apprendere (per quanto difficili da padroneggiare), possono portare benefici anche immediati e rivelarsi quindi ottime alleate.
4) Conoscere la propria ansia e ricordarsi che è un'amica
Come abbiamo detto, l'ansia è prima di tutto un'alleata. Eliminarla completamente, oltre che impossibile, sarebbe pure dannoso. Ciò che possiamo fare è imparare a conoscere questa alleata, capire quando è utile e quando invece ci sta ostacolando, imparare ad osservare le nostre reazioni quando si presenta. Ricordarsi, soprattutto, che essa non è un' “entità” fissa e immutabile, ma che si lega invece profondamente a noi stessi, al nostro carattere, al nostro temperamento, alla nostra autostima, alle nostre esperienze di vita e ai contesti in cui viviamo.
Imparando a conoscere la nostra ansia, impariamo a conoscere meglio noi stessi.